Senz’altro una cantante originalissima, Suzanne Vega, fuori dagli schemi. Intanto, con un nome e cognome così, non ci sarà mai nessun nome d’arte che ti possa stare meglio addosso. Poi, dopo gli anni della gavetta, il clamoroso successo del 1987 di “Solitude Standing”, l’album da cui furono tratte “Tom’s Diner” e questa bellissima canzone, su un argomento molto triste, che Suzanne con la sua sensibilità ha saputo cantare comunque con dolcezza e rispetto.
La canzone è parzialmente vera, Suzanne disse in una intervista che era ispirata davvero da un ragazzino un po’ appartato dagli altri, di nome Luka, che lei vedeva non giocare con gli altri e che un giorno incontrò in ascensore. In realtà la storia raccontata non era di un ragazzino specifico, ma il Luka che viveva nel palazzo di Suzanne divenne un simbolo per tutti i giovani che vivevano una storia di abusi.
Qui vediamo la grandezza di Suzanne Vega: non solo il coraggio di affrontare uno dei temi più ostici e difficili, ma la capacità di farlo attraverso le parole e la musica dei ragazzi. “Luka” non è una canzone triste, gli accordi e la melodia sono semplici, orecchiabili, e anche allegri, un po’ come se fossero composti da un ragazzino. E come è bravo, quel ragazzino, con tre frasi semplici, a coinvolgerti nella sua storia: mi chiamo Luka, abito sopra di te, penso che tu mi conosca. E tu adulto sei già dentro la sua storia.
Ovviamente l’immenso successo di questa canzone si rifletterà anche nei concerti di Suzanne: se prima “Luka” era una canzone che metteva anche a disagio i partecipanti, quando il pubblico ebbe metabolizzato il messaggio, divenne forse la canzone più amata di questa grandissima cantante e scrittrice.
Un’ultima curiosità: il video è diretto da Michael Patterson e wife Candace Reckinger, che crearono i disegni animati per il video di “Take on me” degli a-ha.
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