Con “La nave va”, il cui titolo richiama casualmente un film di Fellini di tre anni prima, Aleandro Baldi fa il suo debutto al Festival di Sanremo, nell’edizione del 1986, per la quale viene abolito il playback.
Iscritto nella sezione “Nuove proposte”, nella quale si impone Lena Biolcati con “Grande grande amore”, Baldi si piazza al secondo posto, ed è uno dei pochi ad essere elogiati dai critici.
In una severa requisitoria sul Festival, Gino Castaldo, critico de “La Repubblica”, scrive: “Unico vero episodio di un certo rilievo è il non vedente Aleandro Baldi, voce, occhiali e pose alla Josè Feliciano. La sua canzone non è un gran che, soprattutto vecchia nell’arrangiamento e nell’andamento vagamente turistico, ma mostra comunque un talento d’eccezione che potrà fargli fare delle cose ottime se troverà la giusta dimensione artistica”.
In effetti, subito dopo quel secondo posto, Baldi non ottiene un successo immediato. Nonostante la vittoria al Festival di Saint Vincent con “La curva dei sorrisi” e un tour con Enrico Ruggeri, quando nel 1989 torna a Sanremo con la canzone “Sia così”, deve nuovamente passare dalla sezione “Nuove proposte”.
A tale partecipazione segue un periodo difficile, che si conclude ripartendo da zero, ovvero ripresentandosi nella sezione “Nuove proposte” del Festival insieme a Francesca Alotta a 6 anni dalla prima apparizione alla kermesse. Al terzo tentativo, Baldi si aggiudica la vittoria nella sezione Giovani, grazie a “Non amarmi”.
Fin dal debutto, Luca Barbarossa ha suscitato tanti plausi quante perplessità. I ritratti di varia umanità su musiche folk che risentivano della lezione di Woody Guthrie, lo avrebbero potuto far accostare a Jackson Browne, ma più spesso è stato paragonato a Francesco De Gregori o Antonello Venditti. Al Sanremo precedente aveva presentato con un discreto riscontro “Via Margutta”. Luca Barbarossa tenta ora di ripartire dalla tradizione della canzone romana di […]
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